Il castagno

Il castagno

Il castagno appartiene alla specie (castanea sativa) di origine europea; esso può raggiungere i 20 – 25 metri di altezza.

 

In Italia viene coltivato anche il castagno giapponese (castanea crenata).

Il castagno è un albero che date le sue imponenti dimensioni, difficilmente li troviamo nei giardini.

Il suo habitat ideale è la zona boschiva, o molto raramente in parchi di grandi dimensioni.

Il fusto eretto e robusto, per lo più tozzo, si ramifica presto a costituire una cima vigorosa, ampia ed espansa.

 Le foglie sono caduche e presentano un colore verde-chiaro durante la germogliatura. Il loro ciclo vegetativo dura dai 140 ai 180 giorni, in funzione delle caratteristiche climatiche.

I castagni sono alberi monoidi (sullo stesso albero sbocciano sia fiori maschili che femminili).

Per fare in modo di aver un buon raccolto è bene che sulla stessa zona siano presenti più alberi di castagno.

Il frutto si produce all’interno di un involucro semi legnoso, spinoso nella parte esterna dell’involucro (il riccio). Esso si apre al momento della maturazione dei frutti.

Le castagne presenti all’interno del riccio possono essere come numero 2 o 3 e in Italia esistono diverse varietà.

Il castagno è presente sopratutto nelle zone montuose temperate e temperato-caldo ed è coltivato fra i 300 e i 1200 m. s.l.m. in funzione della latitudine e delle caratteristiche climatiche.

Un fattore importante per una buona raccolta è la quantità di precipitazioni che possono cadere durante l’anno. In media si devono avere precipitazioni pari a 600 – 1600 mm. e con una media di 30 mm. durante il periodo estivo.

Il castagno in passato ha avuto una elevatissima importanza come fonte primaria di cibo per gli uomini, il bestiame, e diverse specie di animali selvatici.

Al giorno di oggi, la produzione nella maggior parte al mercato del prodotto fresco ed essiccato ed in quantità inferiore come cibo per il bestiame e per l’industria dolciaria.

Malattie del castagno:

Purtroppo da alcuni decenni a questa parte, il castagno ha subito una battuta d’arresto, spinta dal fatto che dal campo agricolo e industriale rendeva poco e inutile la produzione di farina, legname e castagne.

Altro motivo che rese difficoltosa la produzione è la diffusione di alcuni patogeni rovinando così moltissimi castagneti sia in Italia e sia in Europa.

Durante il secolo scorso si è diffusa la malattia del “cancro del castagno” causando il deperimento di grandi parti degli alberi fino alla morte dell’albero. Oggigiorno questo tipo di malattia rimane una problematica circoscritta.

Altro problema purtroppo ancora molto presente è l’infestazione del Cinipide: Il cinipide non è altro che un parassita originario dalla Cina. Si è diffuso in tutte le zone castanicole sia italiane che francesi e slovene.  I danni che questo parassita compie sono evidentissimi; praticamente provoca la formazione di galle (ingrossamenti di varie forme e dimensioni, a carico di gemme, foglie e amenti del castagno).

Purtroppo le possibilità di lotta a questo parassita sono limitate.

Le uniche possibilità di intervento che si hanno a disposizione e che risultano essere abbastanza efficaci, sono: la potatura, el’introduzione e la diffuzione di un altro parassita (denominato Torymus) anch’esso originario della Cina.

La femmina del Torymus depone le proprie uova nelle galle del Cinipide, ed in questo modo le sue larve distruggono quelle dell’insetto aggressore.

 

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